Tesi di dottorato di Natale Vacalebre, discussa presso l’Università degli Studi di Udine
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE
CORSO DI DOTTORATO DI RICERCA IN
SCIENZE BIBLIOGRAFICHE, DEL TESTO, DEL DOCUMENTO
XXVII CICLO
TESI DI DOTTORATO
LA BIBLIOTECA DEL COLLEGIO DEI GESUITI DI PERUGIA (1557-1773)
Dottorando
Natale Vacalebre
Relatore
Chiar.mo Prof.
Edoardo Roberto Barbieri
ANNO ACCADEMICO 2014/2015
Tesi di dottorato di Natale Vacalebre, discussa presso l’Università degli Studi di Udine
Tesi di dottorato di Natale Vacalebre, discussa presso l’Università degli Studi di Udine
Alla memoria del mio amico e maestro “Cenzini” Santo,
che un giorno ormai lontano mi ha invitato a riflettere.
Grazie
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INDICE
Introduzione
p.
I
PARTE I
I. Il libro nel sistema culturale gesuitico
1
1. Collegi e insegnamento
2
2. Redazione della Ratio studiorum
8
3. Fondamenti della Ratio studiorum
3.1 Il modus parisiensis
11
3.2 L’articolazione della Ratio studiorum
14
3.3 Libri e Ratio studiorum
21
II. Le biblioteche della Compagnia di Gesù
1. Collegi e biblioteche: le Costituzioni della Compagnia di Gesù
38
2. Il primo regolamento bibliotecario: Coimbra (1545)
42
3. Dal regolamento di Jéronimo Nadal alle Regulae Praefecti Bibliothecae (1553-1582)
54
4. Attuazione della regolamentazione bibliotecaria gesuitica
65
5. Le norme bibliotecarie nella Ratio studiorum: la selezione dei libri
69
6. Il processo di selezione bibliografica: cataloghi, liste interne, repertori
74
7. I canali di acquisizione libraria
81
7.1 Le rendite finanziarie e gli acquisti diretti
82
7.2 Le donazioni
93
7.3 La produzione tipografica
100
8. Libri proibiti e censura
104
9. Classificazione e catalogazione
110
9.1 I sistemi di classificazione: Possevino, Clement, Garnier
120
9.2 I cataloghi
133
10. Servizi e spazi bibliotecari
10.1 Il prestito
152
10.2 Personale e spazi bibliotecari
161
III. La biblioteca del Collegio dei gesuiti di Perugia (1557-1773)
1. La Compagnia di Gesù a Perugia
168
2. I rapporti con l’Università
173
3. La raccolta libraria del collegio: formazione e sviluppo
178
4. L’inventario del 1565
191
5. Lo sviluppo della biblioteca
5.1 Le donazioni
221
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5.2 Rendite stabili e acquisti diretti
241
6. La struttura della biblioteca
254
7. I cataloghi
259
PARTE II
IV. La ricostruzione del fondo gesuitico perugino
266
Catalogo
276
Indice dei tipografi, degli editori e dei librai
768
Indice dei possessori
793
Bibliografia
795
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Introduzione
Certamente la Compagnia di Gesù costituisce l’istituzione religiosa che più di ogni altra,
in età moderna, ha fondato la propria esistenza sull’utilizzo dei libri come strumento
imprescindibile di supporto per le proprie molteplici attività pastorali. Il virtuoso rapporto
esistente fra i gesuiti e il libro può essere rintracciato già nell’esperienza personale di
Ignazio di Loyola. Proprio in virtù del suo percorso di formazione, che lo aveva visto
maturare una sempre più concreta coscienza circa l’importanza della preparazione
culturale lungo la strada dell’apostolato cristiano, il santo fondatore aveva concepito come
indispensabile l’utilizzo di materiale librario e la creazione di funzionali biblioteche
all’interno delle sedi della Compagnia. Fin dai primordi della loro storia, dunque, i gesuiti
furno legati indissolubilmente al mondo del libro e delle biblioteche, la cui normativa
disciplinare si dimostrò perciò all’avanguardia fin dalle origini rispetto a tutti gli altri
ordinamenti bibliotecari religiosi dell’età moderna. Ciò è dimostrato dalla lunga serie di
regolamenti, approntati dalla Societas nella seconda metà del XVI secolo per organizzare le
sue raccolte e raffinati in oltre quarant’anni di sperimentazione biblioteconomica: tale
fattore ha condotto alla creazione delle più aggiornate e meglio strutturate biblioteche
religiose dell’età tipografica. La componente più importante di questi istituti risiedeva
infatti nella duplice virtù perseguita dai padri di cercare di costituire raccolte bibliografiche
che non fossero dei monumenti immobili del sapere, bensì strumenti attivi di apostolato
con elevato grado di fruibilità e aggiornamento, organizzate secondo una disciplina
altamente funzionale. I risultati di questa evoluzione furono evidenti fin dagli inizi del XVII
secolo, quando cioè la Compagnia riuscì ad affermare definitivamente la propria eccellenza
culturale attraverso la sempre crescente rete intercontinentale di collegi educativi. Queste
strutture dovevano possedere obbligatoriamente delle biblioteche utili alla popolazione
studentesca ma, soprattutto, a quella dei sacerdoti che risiedevano all’interno del dato
istituto e che agivano in una determinata dimensione territoriale. Gli approvvigionamenti
librari dovevano avvenire prevalentemente tramite acquisti diretti effettuati attraverso
rendite stabili dedicate all’incremento del patrimonio bibliografico. Per i collegi delle
missioni, chiaramente quelli più penalizzati dalla mancanza di una produzione libraria
stabile e di una rete commerciale come quella europea, era stato in seguito approntato un
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sistema di rifornimenti attuato attraverso gli uffici delle Procuraturae Missionum. Tali
strutture avevano il compito di provvedere agli approvvigionamenti materiali delle case
missionarie, in modo da soddisfare anche i bisogni culturali fondamentali di quelle sedi
remote della Compagnia. In meno di un secolo i gesuiti riuscirono di conseguenza a creare
un sistema collaudato ed estremamente funzionale di strutture bibliotecarie, organizzato
secondo regole comuni per tutte le sedi della Societas, naturalmente tenendo conto delle
normali differenze socioeconomiche e culturali delle diverse realtà territoriali.
Il presente studio ha preso dunque origine da un interrogativo: vista l’importanza non
solo intellettuale ma anche organizzativa e gestionale degli istituti bibliotecari ignaziani,
com’è possibile che gli studi storiografici riguardanti questa tematica siano stati
prevalentemente, se non quasi totalmente, dedicati a una descrizione quantitativa dei
patrimoni bibliografici gesuitici settecenteschi? Fino a pochissimi anni fa, infatti, la
letteratura riguardante la storia bibliotecaria ignaziana è stata incentrata sull’analisi degli
inventari di biblioteca redatti in seguito alle soppressioni dell’Ordine attuate tra il 1767 e il
1773. Tali strumenti rappresentano di fatto la documentazione numericamente più
abbondante sulla conformazione delle raccolte bibliografiche gesuitiche, il che ne ha fatto
conseguentemente l’oggetto di quasi tutti gli studi prodotti sulla materia dai primi decenni
del secolo passato fino a oggi. Copiosi, in questo ambito, sono stati soprattutto i contributi
di area iberica e sudamericana, vista naturalmente la grande incidenza che in età moderna
la Compagnia ebbe sui regni di Spagna e Portogallo e sulle rispettive colonie. In oltre
sessant’anni sono stati quindi pubblicati numerosi studi che si sono occupati quasi
esclusivamente della ricostruzione di una data biblioteca gesuitica al momento della
soppressione, volti ad analizzare i livelli qualitativi e quantitativi delle raccolte ignaziane al
momento del massimo splendore intellettuale dell’Ordine. Di rimando, la grande copia di
queste pubblicazioni ha consentito di disegnare una panoramica abbastanza esaustiva su
cosa fosse, sotto il profilo numerico e semantico, una biblioteca gesuitica sul finire del
XVIII secolo. Uno studio pubblicato assai recentemente (MARIA DOLORES GARCÍA GÓMEZ,
Testigos de la memoria. Los inventarios de las bibliotecas de la Compañia de Jesús en la
expulsión de 1767, Alicante, Universidad de Alicante, 2011), ha avuto come obiettivo quello
di fornire una interpretazione storica unitaria delle raccolte ignaziane spagnole attraverso
il raffronto incrociato di una considerevole quantità di inventari post soppressione e di
altrettanti cataloghi gesuitici settecenteschi, in modo da condensare e offrire una serie di
informazioni utili a comprendere la portata storica e il valore intellettuale delle biblioteche
gesuitiche nella Spagna del XVIII secolo.
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Ai contributi che presentano un simile approccio enumerativo si sono affiancati in
passato altri studi di natura più marcatamente storiografica, incentrati prevalentemente
sull’analisi delle regole bibliotecarie gesuitiche e sullo sviluppo cronologico di singole
raccolte bibliografiche. Un particolare merito in questo frangente va di sicuro a Brendan
Connolly, pioniere degli studi bibliotecari ignaziani (BRENDAN CONNOLLY SJ, The roots of
Jesuit librarianship, 1540-1599, Graduate Library School, University of Chicago, 1955), il
quale giusto sessant’anni fa aveva individuato nel sistema normativo gesuitico il punto di
partenza per l’analisi sulle origini e lo sviluppo della biblioteconomia gesuitica. Di non
minore importanza, sotto tale profilo, è stato il contributo di Dominique Julia sulla
metodologia di indagine per lo studio della costituzione di una biblioteca collegiale
ignaziana (DOMINIQUE JULIA, La constitution des bibliothèques des collèges. Remarque
méthodique, «Revue d’histoire de l’Église de France», 83, 1997, pp. 145-161), come pure
quello di Paul Mech, che nella poderosa Histoire des bibliothèques françaises ha dato
risalto ai temi della creazione e dello sviluppo delle raccolte appartenute ai gesuiti
d’oltralpe (PAUL MECH, Les bibliothèques de la Compagnie de Jésus, in Histoire des
bibliothèques françaises, II, Les Bibliothèques sous l’Ancien Régime (1530-1789), sous la
direction de CLAUDE JOLLY, Paris, Éditions du Cercle de la Librairie / Promodès, 1988, pp.
57-63). Pochi sono stati in passato i contributi della storiografia italiana (interessata
maggiormente allo sviluppo della storia tipografica gesuitica) agli studi sulle antiche
biblioteche ignaziane, arricchitisi in anni recenti grazie ai lavori di studiosi quali Raimondo
Turtas, Alfredo Serrai, Rosa Marisa Borraccini, Vincenzo Trombetta e Paolo Tinti, che con
metodi e prospettive differenti hanno analizzato rispettivamente la storia delle raccolte
gesuitiche di Sassari, Roma, Macerata, Napoli e Modena.
In anni più recenti, l’interesse per le missioni gesuitiche asiatiche ha portato alla
creazione di importanti studi sulla storia culturale dei collegi orientali. Questa nuova
corrente di ricerca ha trovato il suo prodotto più importante, dal punto di vista della storia
bibliotecaria, negli studi di Noël Golvers (NOËL GOLVERS, Libraries of Western learning for
China. Circulation of Western Books between Europe and China in the Jesuit mission (ca.
1650 – ca. 1750), 3 vol., Leuven, Ferdinand Verbiest Institute KUL, 2012-2015) che ha
condotto una monumentale ricerca sulla costituzione e lo sviluppo materiale, organizzativo
e culturale delle biblioteche ignaziane dell’antico impero cinese, attraverso l’analisi di
differenti tipologie documentarie (visite pastorali, lettere personali dei singoli gesuiti,
inventari, liste di libri), offrendo così uno dei contributi più completi della storiografia
bibliotecaria di matrice gesuitica.
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Tuttavia, nonostante i lavori dati alla luce negli ultimi quindici anni siano stati
incentrati su una prospettiva di ricostruzione storico-funzionale delle raccolte librarie, non
esistono in realtà studi che siano riusciti a stabilire (con la sola eccezione del caso cinese)
uno standard per l’interpretazione normativa nella storia delle antiche biblioteche
gesuitiche. Ciò ha impedito di comprendere nella maggior parte dei casi l’effettivo percorso
evolutivo di tali istituti, nonché la loro importanza culturale, legata all’utilizzo a più livelli
del materiale librario, alla gestione biblioteconomica delle raccolte e alla loro incidenza,
fuori e dentro la Compagnia, nei diversi contesti storici e geografici in cui si trovarono ad
agire i padri ignaziani.
Per ricostruire le vicende di una biblioteca gesuitica, e quindi per comprendere il suo
significato, bisogna naturalmente innanzitutto conoscere il pensiero ignaziano e la storia
dell’ordine stesso, il processo di costituzione, la sua evoluzione e l’ordinamento interno che
la Societas costruì nel corso della sua esistenza. Se non si comprendono questi fattori sarà
impossibile di conseguenza inserire la tematica bibliotecaria nel più ampio spettro del
mondo culturale e istituzionale ignaziano, e risulterà dunque molto difficile ricostruire
l’essenza storica e il significato pregnante delle antiche raccolte gesuitiche.
Le fonti principali da cui partire per una simile ricerca vanno sicuramente individuate
all’interno dei Monumenta Historica Societatis Iesu, l’eccezionale raccolta documentaria
sulla storia gesuitica (in gran parte inesplorata per quanto concerne le vicende
bibliotecarie dell’Ordine), all’interno della quale è presente per contro una straordinaria
quantità di informazioni relative alle origini delle biblioteche ignaziane. In particolare vi si
trovano notizie di estrema importanza sulla diffusa necessità di materiale bibliografico dei
primi collegi europei e intercontinentali e sui provvedimenti comunicati dal governo
centrale alle sedi periferiche in materia di approvvigionamenti librari e finanziari, libri
proibiti, censure e selezione dei testi per l’attività pedagogica.
Altra fonte, ancor più importante della prima, da analizzare in maniera approfondita è
rappresentata dalla documentazione raccolta all’interno dell’Archivum Romanum
Societatis Iesu (ARSI), l’istituzione che custodisce i documenti prodotti dal governo
centrale dell’Ordine nel corso della sua storia, nonché parte della documentazione delle
case satelliti (Fondo Gesuitico) passata nel 1924 dall’Archivio di Stato di Roma all’Archivio
generale ignaziano.
Estremamente importante ai fini della presente ricerca è stata dunque l’analisi di queste
fonti documentarie, unitamente a quella dei regolamenti e degli atti ufficiali della
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Compagnia pubblicati tra XVI e XVII secolo. Una particolare attenzione, in relazione al
caso perugino, è stata data ai registri contabili e alle raccolte dei legati in favore
dell’istituto, i quali, come noto, contengono informazioni di importanza capitale per
comprendere le possibilità e i provvedimenti di un governo collegiale in relazione alla
formazione e al progresso di una raccolta libraria stabile.
Oltre all’esame della documentazione generale della sede romana – fondamentale per
ricostruire
in
una
prospettiva
di
interpretazione
storica
unitaria
le
vicende,
l’organizzazione e la gestione delle singole biblioteche dell’Ordine – altrettanto importante
è stato lo studio delle fonti relative al collegio perugino conservate presso la biblioteca
Augusta (dove la raccolta ignaziana confluì a seguito della soppressione clementina),
rappresentate da un libro mastro della raccolta, dall’inventario post soppressione e dal
catalogo settecentesco della stessa. Dopo tale analisi, la ricerca in situ si è concentrata
sull’esame autoptico dei volumi custoditi in Augusta e riconosciuti come facenti parte della
raccolta bibliografica dell’ex collegio perugino. Questa indagine ha consentito di rilevare le
antiche provenienze di parte del patrimonio librario e di ricostruire le diverse donazioni
susseguitesi nel corso dei secoli.
L’incrocio delle fonti documentarie inedite con quelle pubblicate e con la bibliografia
disponibile in relazione alla materia ha consentito di ricostruire un quadro complesso e
articolato sulla storia generale delle biblioteche gesuitiche entro il quale inserire quella del
caso particolare relativo alla raccolta di Perugia.
Stante quanto affermato in precedenza, il primo capitolo della ricerca si concentra
sull’organizzazione degli istituti ignaziani e sull’utilizzo dei libri all’interno del sistema
culturale della Compagnia di Gesù.
Fulcro del secondo capitolo è invece la ricostruzione storico-funzionale dei sistemi di
organizzazione, gestione e utilizzo delle biblioteche gesuitiche. L’articolazione di questa
parte del lavoro si sviluppa secondo una suddivisione cronologico-tematica al fine di poter
meglio comprendere la graduale evoluzione delle strutture bibliotecarie ignaziane nei
diversi aspetti della loro vita (regolamenti generali, sistemi di approvvigionamento, rendite
finanziarie, donazioni, libri proibiti, cataloghi, sistemi di classificazione, prestiti, spazi,
orari, personale etc).
Il terzo capitolo rappresenta il nucleo della ricerca, entro cui si ricostruisce la storia
della biblioteca gesuitica di Perugia proponendo anche in questo caso una trattazione che
segue un percorso tematico (storia della Compagnia a Perugia, origine e sviluppo della
Tesi di dottorato di Natale Vacalebre, discussa presso l’Università degli Studi di Udine
biblioteca,
sistemi
di
acquisizione,
cataloghi,
struttura
fisica
della
biblioteca)
parallelamente a uno cronologico che va dai primi dati contenuti nei documenti
cinquecenteschi dell’ARSI fino alla soppressione clementina del 1773.
Il quarto e ultimo capitolo è costituito da un prototipo di catalogo alfabetico della
biblioteca gesuitica perugina, costruito in seguito a uno studio incrociato del materiale
documentario relativo all’organizzazione della raccolta prima e dopo la chiusura del
collegio (catalogo settecentesco, libro dei conti, inventario post soppressione, catalogo
dell’Augusta del 1803) con il patrimonio bibliografico della biblioteca comunale
riconosciuto come ex gesuitico dopo l’esame autoptico dei volumi.
A chiusura della ricerca sono stati inseriti due indici, di cui il primo relativo a editori,
tipografi e librari delle edizioni registrate nel catalogo, e il secondo riferentesi agli antichi
possessori individuati in seguito all’analisi del patrimonio librario perugino.