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Giulio Lensi Orlandi ed il Mercato ortofrutticolo di Novoli Fausto Giovannardi, marzo 2013 Giulio Lensi Orlandi, ingegnere umanista Giulio Cesare Lensi Orlandi Cardini (14/01/1911-15/01/2005) fiorentino, figlio dell'architetto Alfredo Lensi, già direttore del museo Stibbert, e di Alda Orlandi Cardini di Pescia, si laureò a Pisa, alla Regia Scuola degli ingegneri, nel 1933. Nel modesto edificio della regia Scuola degli Ingegneri presso piazza San Nicola sto per discutere il progetto di laurea assegnatomi … un Cinema-Teatro dietro il Palazzo Vecchio. Sono arrivato da Lucca in uniforme d’allievo ufficiale d’artiglieria da campagna. I professori della commissione di laurea, nella sala tappezzata dalle tavole a colori del mio Cinema-Teatro, disposte scenograficamente, attendono il titolare della cattedra che alla Scuola degl’Ingegneri non s’è mai visto. Finalmente il prof. Brizzi arriva trafelato dalla stazione. Il bidello, appena lo vede, gli corre incontro con una svolazzante toga nera sul braccio, un tocco col gallone d’argento nella destra e una fascia di seta celeste con l’insegna d’argento dell’Ordine del Cherubino nella sinistra. Lì per lì il professor Brizzi, non abituato a certi indumenti nella sua facoltà nata ieri, non ne vòl sapere, rassicurato che i suoi colleghi son tutti vestiti in quel modo tradizionale, s’infila la toga, si butta al collo l’insegna del Cherubino e col tocco in mano, perché gli sta stretto,…,si fa coraggio. Il bidello spalanca la porta della sala al pian terreno e appaion seduti e solenni davanti alla lunga cattedra dieci professori in toga nera, tocco in testa, sciarpa celeste a tracolla e svolazzante Cherubino d’argento sul fianco. In quel giorno di novembre son proclamato dottore in ingegneria civile e ho già iniziato la vita militare che con qualche breve interruzione durerà a lungo, molto a lungo. Ufficiale del regio esercito, fu inviato in Abissinia (1935-36). Nel 1937, rientrato a casa, si sposa con Renata Battaglini, dalla quale avrà un figlio: Geri. Lavora come ingegnere straordinario presso il Comune di Firenze. Nel 1938 viene richiamato alle armi ed inviato in Albania e poi in Grecia dove, con brevi rientri, rimane fino al 1942. Decorato più volte al valore, terminò il servizio militare in Francia e poi nell’Italia del nord, tra Novara e Milano. Da Milano, alla fine del conflitto e piazzale Loreto, in borghese, ritornerà a casa in bicicletta, arrivando a Firenze il 3 maggio 1945. Ho 34 anni ed ancora non ho fatto nulla per sistemare la mia vita … se non avessi nell’avvenire la fiducia che hanno i ragazzi, sarei un disgraziato. Riprende il lavoro presso il Comune di Firenze. Trovata per caso la colonna dell'Abbondanza , sotto un cumolo di sassi in un cantiere comunale di piazza della Calza, la fece rialzare in Piazza della Repubblica in quello che era il centro esatto dell’antica Florentia romana. Nel 1964 fu nominato da La Pira, ingegnere capo del comune di Firenze. Progettò e diresse i lavori di molti edifici pubblici. Ricostruì la vasariana Loggia del Pesce e costruì il mercato ortofrutticolo di Novoli. Disegnò il Piano regolatore di Marina di Campo all'Elba, la chiesa ed il Palazzo comunale. Lavorò con Detti al PRG di Firenze. A lui si deve la risistemazione dello studiolo di Francesco I de Medici, in Palazzo Vecchio, le cui raffinate decorazioni erano andate disperse. Collaborò con Bargellini alla ricostruzione dall'alluvione del 1966. Restaurò il teatro comunale danneggiato e il secondo cortile di Palazzo Vecchio. Nel 1974 durante degli scavi in Piazza della Signoria, scoprì un grande complesso termale di origine romana. Colto, elegante e di bel l'aspetto diresse le ripartizioni tecniche ed urbanistiche del Comune di Firenze, fino alla pensione nel 1976. Scrisse numerosi libri: Le ville di Firenze. Il palazzo vecchio di Firenze. Ferro e architetture a Firenze. Il baffometto dei Templari,sulla massoneria nella Toscana dei Medici. Abitò in una bella casa a Pian de Giullari, proprio di fronte alla villa Nunes Vais, dove oggi è conservata la biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia. Il mercato ortofrutticolo di Novoli L’idea di costruire un Mercato Ortofrutticolo iniziò a circolare in Firenze nel 1924, quando divenne insostenibile la sua presenza nelle strade e piazze intorno a Sant’Ambrogio. Prima si pensò alla zona di Campo di Marte, ma poi nel 1929 fu presa la decisione di ubicarlo nella piana di Novoli. Occorre aspettare il 1937 perché il Podestà ne approvasse il progetto. In un rettangolo di 5 ettari, mercato e centro frigorifero erano un tutto unico. I lavori vengono appaltati nel 1939 e Giulio Lensi Orlandi, incaricato della direzione lavori, trova forti difficoltà a rapportarsi con l’impresa che manifestava riserve. Richiamato alle armi, pochi mesi dopo, i lavori andarono ancora più lentamente, tanto che nel 1940, alla scadenza contrattuale, erano stati fatti solo gli scavi ed i rinterri, un poco di fognature e qualche edificio accessorio. I lavori vennero sospesi in attesa di decisioni sulla possibile sostituzione del cemento armato con materiali autarchici. Nessuna risposta da Roma ed il mercato si trasformò in orto di guerra e le case vennero occupate dagli sfollati. Passata la guerra, il discorso fu ripreso ma bisognava ristudiare un progetto nato vent’anni prima. Nel 1954 fu incaricato di compilare un nuovo progetto. Gli fu subito chiaro che lo spazio previsto era insufficiente, che il centro frigorifero non poteva fare parte comune con il mercato e che tutto l’insieme degli edifici e funzioni andava riconsiderato. Dopo aver studiato l’esperienza dei grandi mercati degli Stati Uniti, di Francia, Inghilterra, Belgio Olanda Danimarca e Svizzera e la situazione italiana, dov’erano in corso le realizzazioni dei mercati di Verona, Padova e Napoli, fu dato avvio al progetto. Furono la situazione topografica e la negativa influenza del vento di tramontana durante l’inverno e dell’insolazione durante l’estate ad indirizzare verso la disposizione adottata per i magazzini. L’intero complesso del mercato occupa una superficie di circa 10 ettari e l’area prevista dal piano regolatore di allora di una quarantina di ettari, collegati da ampie viabilità per un rapido collegamento con la città e con l’autostrada del sole in corso di costruzione. Il complesso è inoltre unito con la stazione ferroviaria di Rifredi. L’insieme progettato comprendeva: il mercato ortofrutticolo per la vendita, il centro ortofrutticolo con i depositi refrigerati ed il centro carni per il mercato del bestiame ed i macelli. I lavori iniziarono nel giugno 1956. Il fronte principale, sul viale Guidoni, arretrato in modo da consentire il parcheggio di coloro che non hanno necessità di entrare con l’automezzo. L’accesso dal viale Guidoni era in grado di assorbire il grande traffico previsto, soprattutto in alcune ore della notte. Il padiglione centrale, costituito da una tettoia in c.a.p. di 9.000 mq, lunga 180 metri e larga 50,trasparente alla luce e non al sole dato il sistema di shed, ospitava le merci dei produttori locali che ogni giorno giungevano dalla campagna. A fianco della grande tettoia, cuore del mercato, gli edifici con i 72 magazzini dei grossisti ed i 43 per gli esportatori ed importatori. Due piani caricatori coperti con struttura ondulata in c.a.p. per il carico e lo scarico dei vagoni ferroviari e degli autotreni ed una pensilina di 1200 mq a disposizione dei commercianti per effettuare al coperto il carico dei loro automezzi. E poi gli edifici di servizio allineati lungo i perimetri stradali con accesso dall’interno e dall’esterno. L’edifico centrale che costituisce l’ingresso principale del mercato, con la portineria, cancelli elettrici e gli apparecchi di pesatura. Poi gli altri edifici con gli alloggi per il direttore del mercato e per il personale di sorveglianza, lo spazio per le rimesse dei facchini, il pronto soccorso, gli uffici dell’annona e dei vigili di mercato, una officina, due banche, l’ufficio postale, la sala telefonica, gli uffici per gli operatori, il bar, il tabaccaio, il ristorante e l’albergo diurno e notturno. Oltre naturalmente ai locali tecnici, tra i quali la centrale elettrica per il caricamento degli accumulatori dei facchini, perché nelle vie interne del mercato non sono ammessi veicoli a motore, indirizzati nei vari parcheggi previsti (11.000mq). La pulizia ed il lavaggio viene assicurata da un servizio di spazzini dotati di mezzi meccanizzati. Il costo complessivo due miliardi e duecento milioni. Siamo al 18 settembre 1960 e con la cerimonia inaugurale da parte del presidente del consiglio Amintore Fanfani, l’avventura del Mercato di Novoli ha davvero inizio. Tra i vari edifici, meritano una particolare attenzione, per le particolari soluzioni strutturali con l’impiego della tecnica di precompressione, due edifici: il padiglione dei produttori locali e le due pensiline di carico, oggi distrutte. La tettoia produttori, produttori la cui copertura è costituita da 24 telai in c.a.precompresso, posti ad interasse di 8 metri, con 30 metri di luce netta e due sbalzi laterali di 10 metri cadauno. Altezza dei pilastri 8 metri. Le travate, a sezione vuota, larghe 65 cm, sono state realizzate con conci prefabbricati in cui sono affogati tubi metallici per il passaggio dei cavi di tensione (sistema Morandi) la cui tesatura è avvenuta una volta eseguiti i getti dei giunti di saldatura tra i conci ed a cerniere provvisorie libere in corrispondenza dei pilastri, quest’ultimi di forma a V in c.a. ordinario ed incernierati ai plinti di fondazione e calzati con cunei provvisori fino al termine delle operazioni. Le pensiline gemelle a copertura dei piani caricatori ferroviario e per autotreni, eseguite, uniche nel loro genere, in cemento armato precompresso con sbalzo di 13,25 metri, mediante una struttura ondulata ad andamento sinusoidale variabile, con uno spessore che passa dai 30 cm all’incastro ai 5 dell’estremità libera. Il primo tronco all’incastro, è stato gettato in opera, mentre i successivi 11 conci, prefabbricati a terra, sono stati saldati, dopo la tesatura. Il calcolo strutturale è dell’ing. Giorgio Morandi. I lavori eseguiti dalla Callisto Pontello di Firenze. Fonti Il Mercato ortofrutticolo di Firenze - Relazione al progetto Comune di Firenze 23 luglio 1954 Relazione al progetto Comune di Firenze Il centro delle Carni 14 gennaio 1957 Vitrum n. 106-107 Ago-Set. 1958 L’architettura cronache e storia, 38 anno IV n.8 dicembre 1958 L’architettura cronache e storia, n.48 ottobre 1959 Bollettino ingegneri n.5 anno XIII maggio 1960 Firenze ottobre 1960, Rassegna del Comune 1951-1960, numero unico EM Edilizia Moderna n. 75 Aprile 1962 Guerre e tradizione (1933-1945), Giulio Cesare Lensi Orlandi Cardini, Pescia 1991 Grazie all’arch. Geri Lensi Orlandi per il materiale e le preziose informazioni 1 edizione marzo 2013 Giulio Lensi Orlandi ed il Mercato Ortofrutticolo di Novoli by Fausto Giovannardi (fausto@giovannardierontini.it) is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License