Modern History

En este texto se relata la crónica o, si se prefiere, el diario de los hechos que siguieron a la publicación del texto de fray Atanasio de Lobera, desde las primeras gestiones de 1598 para buscar una reliquia del santo hasta su consecución en 1644, pasando por su designación en 1617 como patrono de Tarazona o los primeros intentos por presentar dignamente el trofeo.

Sulla base di suoi ricordi e di documenti conservati nel suo archivio personale, Bernardino Osio, all’epoca giovane diplomatico in servizio presso l’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires, in un momento particolarmente tragico della storia argentina, ci descrive come visse un periodo irto di difficoltà e di grande disagio, sia all’interno dell’Ambasciata che all’esterno: e l’autore non nasconde le viltà e le ottusità della vita diplomatica di quegli anni, sottolineando le colpevoli omissioni dei governi italiani dell’epoca. Nei suoi ricordi sfilano, in un insieme spesso terribile ma a volte anche grottesco, le figure ambigue del mondo politico argentino e italiano dell’epoca, assieme a quelle dolenti dei parenti italiani e italoargentini di prigionieri politici e di desaparecidos. Fanno da sfondo numerose personalità della grande cultura argentina con le quali l’autore intrattenne rapporti amichevoli, e le cui case spesso furono per lui oasi di pace nella tragica realtà di Buenos Aires.

In this essay I seek to explore the icon of the Fighting Cock movement (Khorus Jangi) and of its Manifesto, " The Slaughterer of the Nightingale, " in order to consider its implications and imagistic allusions. In outlining the background of the Khorus Jangi and associated movements, I discuss the imagery of the khorus both in ancient Iran and globally, and in the context of the ideology of the Khorus Jangi. The Manifesto is discussed and analyzed and it is seen that the khorus prefigured the Manifesto, and heralded the appearance of a new movement in painting, as distinct from what had already happened in surrealist and modernist circles in writing. The manifestation of surrealist and modernist ideology in imagery seems to have been a response to this wake-up call of the Khorus Jangi.

Aida Foroutan, “Why the Fighting Cock? The Significance of the Imagery of the Khorus Jangi and its Manifesto ‘The Slaughterer of the Nightingale,’” Iran Namag, Volume 1, Number 1 (Spring 2016), XXVIII-XLIX.

https://www.irannamag.com/wp-content/uploads/2017/01/1.1-English-Foroutan-Iran-Namag.pdf

Negli anni Ottanta il punk era una forma d’arte, un simbolo globale di ribellione, una cultura musicale e giovanile: un fenomeno culturale complesso, che ha avuto importanti implicazioni politiche, tanto da diventare un nuovo circuito dell’attivismo giovanile e dell’impegno dopo il declino della “stagione dei movimenti”.

Fondato su un ampio ventaglio di fonti, il libro analizza origini e sviluppi del punk e lo colloca nelle sue reti transnazionali di produzione e mobilitazione: quell’esperienza diventa un osservatorio capace di restituire in modo originale le più ampie trasformazioni culturali e politiche del tempo, con particolare attenzione al caso dell’Italia e della Gran Bretagna.

Siamo nati da soli vuole in questo modo contribuire al rinnovamento delle cornici interpretative degli anni Ottanta, mettendo in discussione il senso comune sul decennio come “tempo del riflusso”, di “fine” della politica, di “trionfo” del privato e di “scomparsa” dei giovani.

La seconda Relatione di Francia conservata nell’Archivio di Stato di Venezia sotto il nome di Michele Morosini, datata al 1655, è di ampio respiro.

Potrebbe essere idealmente divisibile in due sezioni: una prima, dedicata alla situazione interna del paese, con attenzione alle persone e ai fatti, e una seconda, interessata alle relazioni della corte di Francia con gli altri Stati europei.

In tempi di turbinosi contatti diplomatici, Michele Morosini, che era stato inviato in Francia per sollecitare aiuti per il conflitto che da anni opponeva la Repubblica di Venezia alla Sublime Porta di Costantinopoli, riuscì non solo a prendere contatti diretti con i principali protagonisti della politica francese del tempo, ma anche a rendersi conto da vicino dello stato economico, politico e sociale del paese che visitò di persona quando fu costretto a seguire la corte fuori da Parigi.

Rincorrendo i regnanti, infatti, percorse le regioni del nord-est, confinanti con le Fiandre, e quelle del sud-ovest, verso la Spagna, avendo così modo di scorgere i drammatici segni di una guerra logorante, che aveva depauperato regioni già floride e scavato solchi di incomprensione tra istituzioni e ceti di cittadini.

Di questa esperienza, si relaziona, trattando, dopo una rapida introduzione, dei seguenti argomenti:

– la situazione socio-economica dello Stato, del territorio e dei suoi abitanti;

– il re Luigi XIV e i personaggi di spicco della corte, tra i quali la regina madre Anna d’Austria, il primo ministro cardinale Giulio Mazzarino, il duca di Orléans e il duca di Condé;

– il Consiglio di Stato, il Parlamento e gli sconvolgimenti della Fronda;

– gli indirizzi della politica estera francese, con particolare attenzione all’ostilità contro la Spagna, ma anche all’amicizia nutrita nei confronti di altre potenze continentali, come la Svezia, le Province Unite, il Portogallo, la Repubblica di San Marco e altri Stati della penisola.

La breve conclusione, com’era consuetudine, fa cenno al predecessore e al successore nella rappresentanza diplomatica, e mostra la gratitudine di Morosini per l’opportunità avuta di rendersi utile alla Repubblica.

Nel testo non mancano opinioni personali dell’autore, soprattutto su alcune figure di spicco dell’entourage parigino, una serie di giudizi spesso legati all’osservazione diretta della realtà, ai racconti di probabili informatori e, non meno, alle sue simpatie o antipatie.

Ne scaturisce un quadro complesso, ma allo stesso tempo di grande importanza dal punto di vista storico e culturale, poiché nella relazione si ritrovano molti e differenti aspetti della vita privata di personaggi, descrizioni speziate di figure che si muovono in un ambiente privilegiato nel quale si decidono le sorti dell’intera nazione e s’influenzano quelle europee.

Dettagliati i resoconti della situazione socio-politico-economica della Francia di metà Seicento, nella fase in cui tenta di imporsi, non senza difficoltà, come nazione guida per l’intera Europa.

The symposium “The found Christ” took place in Cervignano del Friuli (Udine) on Saturday, December 3, 2005, within the homonymous multi-year project (coord. scient. S. Blason Scarel and P. Casadio) dedicated to the rediscovery of the "Christ of the Countess", a colossal medieval wooden crucifix preserved in the chapel of St. Cross, the gentilitial oratory of the villa Bresciani in Cervignano. The Conference Proceedings are published two years later, enriched by further updates: in the volume the author outlines – for the first time – the history of the residence founded by the noble Bresciani family in Cervignano (the precious 'background' of the ancient sculpture) and he describes the different buildings, the dependencies and the furnishings including his famous 'guest', suggesting again the proposal that he already put forth at the symposium: that it is to be identified with the "Christ of St. Felix", a gigantic wooden crucifix seen in 1570 by the apostolic visitor Bartolomeo of Porcia & Brugnera inside the Basilica of Sts. Felix e Fortunate in Aquileia, at that time still raised although no more flourishing

Sabato 3 dicembre 2005 a Cervignano si svolse il convegno “Il Cristo ritrovato”, nell’ambito dell’omonimo progetto pluriennale (coordinamento scientifico: S. Blason Scarel - P. Casadio) dedicato alla riscoperta del “Cristo della Contessa”, il colossale crocifisso ligneo medievale conservato nella cappella di S. Croce, l’oratorio gentilizio della villa Bresciani a Cervignano. A due anni di distanza vede la luce il volume degli atti – arricchito da ulteriori aggiornamenti – al cui interno l’autore per la prima volta delinea le vicende storiche della dimora cervignanese fatta costruire dalla nobile famiglia Bresciani (il prezioso ‘sfondo’ dell’antica scultura) e ne descrive i diversi fabbricati, le pertinenze e l’arredo compreso il suo celebre ‘ospite’, riproponendo la proposta già avanzata durante il convegno: che esso sia da identificare con il “Cristo di San Felice”, il gigantesco crocifisso in legno visto dal visitatore apostolico Bartolomeo di Porcia e Brugnera nel 1570 all’interno della basilica aquileiese dei Santi Felice e Fortunato, all’epoca non più fiorente ma ancora in alzato

Resumo Este texto pretende analisar alguns livros de receitas manuscritos e publica-dos dos séculos XVII e XVIII nos quais se encontram preparados de culinária a par de outros dedicados a questões de higiene e beleza e mezinhas utilizadas na época, numa mistura comum neste tipo de documentos, em que se entrelaçam permanências e ruturas. Palavras-chave: Botica, Cozinha, Época Moderna, Portugal. Abstract This paper aims to examine manuscripts and published Portuguese recipe books of the seventeenth and eighteenth century, with cooking recipes and other ones about hygiene and beauty and also medicines used at the time. This mixture was very common at the time in this type of documents. "Curar as doenças é bom, mas evitá-las é ótimo. Ora quando este salutar intento se dirige à primeira infância, é sem dúvida, o melhor benefício que se pode prestar à humanidade. Velar pela vida e robustez da criança é uma necessidade imperiosa, tanto para as nações ameaçadas pelo perigo da despopulação (sic), como para aquelas que, como a nossa, se encontram na eminência dum outro talvez maior-o da degeneração da raça. Tudo quanto se faça para entravar a marcha deste vírus que rói pouco a pouco a mentalidade, a energia e o caráter da criança portuguesa, merece o aplau-so veemente e o auxílio inconcusso de todos os que amam sinceramente a sua pátria". Mário de Mesquita Lopes 1 A frase em epígrafe integra uma pequena brochura, publicada em 1915, que publicita o Lactogenol, um produto manipulado pelo farmacêutico Mário de Mes-quita Lopes, destinado às mães que amamentassem. Ao tomá-lo evitavam a falta 1 Mário de Mesquita Lopes, Lactogenol (registado), preparado por…, Lisboa: Tipografia da Cooperativa Mi-litar, 1915, pp. 5-6.

As India successfully positions itself as one of the core, influential nations of the world, its security scenario has become more vulnerable and complex. The roots of India's security challenges lie not only at the regional and international levels but also from within. These threats can be dealt with by securing the borders efficiently. However, the borders of India and their associated problems, geographical, social and cultural, are vivid and varied. Each border receives a different kind of treatment in accordance with the existing mutual relationship across the border. If the border people cannot connect with the country's mainstream, national security is affected. Indian policymakers face a hard challenge to formulate an integrated policy for borderlands and borders. While there are many common cross-border issues, chiefly non-security threats, there are other cross-border issues which are border specific. Besides, soft approaches to economic and cultural cross-border interactions are beneficial. The border security approach focuses on defending the borders from various threats but the border management approach involves protecting the interests of the country across the border.

This chapter makes a contribution to the scholarship on household-formation, inheritance and class-formation in European rural societies through a detailed examination of household and landholding patterns in two parishes in County Fermanagh, Ireland, between 1821 and 1862.  The analysis draws principally on a sample of households from the surviving census schedules for 1821, supplemented by land valuation data from 1832 and 1862, and by data from published census sources.
I argue that the changes in marriage and household formation that occurred in 19th century Ireland might more fruitfully be understood as adaptations within a dynamic system of inheritance, than as consequences of a transformation from one system to another.  We may need to change our focus away from models that rest on stylized assumptions about “rules” in favour of those that emphasize flexibility in response to changing circumstances, and that recognize the extent to which relationships within wider community and kin circles formed part of the set of resources and constraints that framed people’s actions.

‘Based on exhaustive work in numerous archives and in several languages, Lorenzo Kamel has produced what I think is one of the most definitive works on the transition from empire to nation-state. It is impressively ambitious and does what many major historians have been promising to do: to show how hard, Western conceptions of identity shaped and formed the thinking and decisions of statesmen and other political elites in the 19th and early 20th centuries. It also deals with the penetration of hard national categories among the various peoples of the empire. It is an authoritative book and will be very widely consulted.’
NICHOLAS DOUMANIS
Author of Before the Nation and Professor, School of Humanities and Languages, The University of New South Wales – Sydney
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
‘This book will make an important mark on the field. From Empire to Sealed Identities shows the ways in which ethnic and other divisions were historically constructed in the Middle East under the influence of imperial powers. The work combines meticulous archival research in multiple languages with careful analysis of broader trends to map the transition from empire to homogenized nation-states. This ability to document with rich detail and at the same time be able to present the larger picture with great clarity is rare. The author pulls off the feat with great erudition.’
BETH BARON
Distinguished Professor of History, The Graduate Center and City College, CUNY
Past President, Middle East Studies Association (MESA)
Director, Middle East and Middle Eastern American Center
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
‘In this engaging revisionary study, Lorenzo Kamel shows how modern Western-ist intellectual prejudices have distorted our understanding of identity and conflict in the modern Middle East. Based on original archival research and an exhaustive survey of secondary literature, the author reveals a world that can only be characterized as “medieval” if one misunderstands the Middle Ages. Focussing on the long nineteenth century, the book provides a chronological continuation of much of the most interesting work being done in pre-modern Mediterranean Studies.’
BRIAN A. CATLOS
Author of Muslims of Latin Christendom and Professor, Faculty of Religious Studies, University of Colorado Boulder
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
‘Lorenzo Kamel is a dedicated and meticulous scholar, extremely experienced and internationally recognized for his research methodology. His extensive archival work, which forms the basis of many of his most important publications, is impressive by any academic standard. His archival research, informed by exemplary linguistic skills, has, without question, created new understandings of the complex dynamics shaping our inquiry into modern European empires, and the history of the Middle East in the 19th and 20th centuries. The Middle East from Empire to Sealed Identities will continue this outstanding trend.’
SARA ROY
Senior Research Scholar, Harvard University’s Center for Middle Eastern Studies (CMES)

In occasione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna ha promosso e organizzato un convegno internazionale, tenutosi a Ravenna nei giorni 21-23 novembre 2018, attraverso il quale, sotto l’umbrella subject del Grand Tour, indagare gli aspetti storici ed attuali relativi al valore
culturale e turistico delle diverse tipologie di beni rientranti nel largo concetto di ‘patrimonio culturale’. Il consesso, strutturato in cinque specifiche sessioni cui hanno partecipato studiosi italiani, francesi, spagnoli ed ungheresi, ha voluto anche dare avvio ad un percorso di valorizzazione delle diverse, ma integrate, competenze e attitudini di
ricerca presenti nel Dipartimento, evidenziando così la multidisciplinarietà che lo caratterizza e la trasversalità di talune indagini e riflessioni scientifiche. Con la pubblicazione degli atti del convegno ravennate non solo si è voluto approfondire storicamente i concetti di patrimonio culturale, viaggio, e turismo, distinti, o collegati nell'ambito del fenomeno del Grand Tour, ma si è inteso esprimere soprattutto la valenza del concetto di condivisione sociale e culturale, che ha permesso fenomeni di vasta portata e di grande incidenza nella storia pubblica come appunto questo del Grand Tour. La condivisione ha implicato nel tempo un percorso complesso di conoscenza dell’altro da sé e sia che si tratti di individui, che delle loro reti sociali, che ancora delle loro sovrastrutture culturali. La condivisione si rivela, così, il vero strumento attraverso il quale “spezzare il pane della scienza

Monarchia della verità indaga una componente ideologica fondamentale della Controriforma: l’ossessione ecclesiastica per la 'veritas', concepita nella versione dogmatica di 'doctrina' e ortodossia in opposizione alla formulazione umanistica della 'veritas' come ricerca. Da Poggio Bracciolini a Montaigne, gli umanisti esprimono un concetto di 'religio' coincidente con la ricerca stessa della verità, rinunciando a definizioni esclusive o dogmatiche e astenendosi da difese di carattere polemico o controversistico. I teologi adottano invece il concetto dogmatico di 'doctrina', identificando la 'veritas' nell’ortodossia e favorendo il formarsi di un clima di oscurantismo clericale e di generale intolleranza nei confronti dell’autonomia umanistica, dell’individualismo religioso e del libero pensiero, con Valla, Erasmo e Machiavelli in testa.
In questo libro l’autore prende in esame il primato normativo della verità nella Chiesa del Cinquecento e del primo Seicento con lo scopo di illustrare modelli culturali e pedagogici della Controriforma e rilevarne i miti: cronotassi pontificia, agiografia e culto delle reliquie, concetto eroico del documento, didattica figurativa, giurisdizione curiale, temporalismo papale. Tuttavia, la sopravvivenza della tradizione umanistica e il suo confrontarsi dialetticamente con le culture dogmatiche di Riforma e Controriforma si evidenziano in momenti significativi della storia culturale e religiosa della prima età moderna: in particolare, nel dibattito europeo 'de puniendis haereticis' originato dal tragico rogo di Michele Serveto, nel ricorso all’elemento storico in sede di polemica confessionale, nei processi di Bruno e Galilei e nelle discussioni sulla 'libertas investigandi', nel nicodemismo di artisti, scienziati e anticlericali cristiani, infine nella ripresa – specialmente in Olanda e nelle aree della diaspora sociniana – del pacifismo erasmiano e dell’utopismo di Thomas More, associati alla critica del Valla e all’irenismo di Sebastiano Castellione. Un esempio insigne è la proposta irenica di Jakob Arminius, calvinista di cultura umanistica, formulata a Leida nel 1605 con l’intento di superare i contrasti tra cristiani e realizzare la pacificazione sociale e religiosa.

This study analyzes controversies and public attitudes concerning the Bandera faction of the Organization of Ukrainian Nationalists (OUN-B), the Ukrainian Insurgent Army (UPA)
and Stepan Bandera in Ukraine. The research question is: Which factors affect attitudes toward the OUN-B, the UPA and Bandera in contemporary Ukraine? This article employs comparative and regression analyses of surveys commissioned by the author and conducted by the Kyiv International Institute of Sociology (KIIS) in 2009 and 2013 to determine the effects of regional and other factors on attitudes toward these organizations and the OUN-B leader. The study shows that regional factors and perceptions of these organizations' involvement in mass murder were the strongest predictors of the views concerning the OUN-B, the UPA and Bandera. Their public support is strongest in Galicia and weakest in the East and the South, in particular, in Donbas and Crimea, two major conflict areas since the “Euromaidan.”

Στις αρχές του 20ού αιώνα παρατηρείται στην Κρήτη κινητικότητα του πληθυσμού (από την ύπαιθρο στα αστικά κέντρα, από επαρχία σε επαρχία, από κοινότητα σε κοινότητα), συνέπεια των ποικίλων διαρθρωτικών αλλαγών του όψιμου 19ου αιώνα. Η ανθρωπο-γεωγραφία των πόλεων και της υπαίθρου μεταβάλλεται, καθώς οι νέοι κάτοικοι μεταφέρουν πρακτικές, συνήθειες και νοοτροπίες του γενέθλιου τόπου μαζί με την ανάγκη ενσωμάτωσης στο νέο περιβάλλον. Βαθμιαία διαμορφώνονται στον οικισμένο χώρο του νησιού νέα χαρακτηριστικά, τα οποία θα διατηρηθούν, στα βασικά τους σημεία, σε όλη τη διάρκεια του «σύντομου 20ού αιώνα».

In 1980, three Republican women prisoners held in Armagh prison in Northern Ireland joined the hunger strike being conducted by male Republican prisoners in Maze Prison. Overshadowed by the fatal 1981 strike, the 1980 strike involved these women in Armagh, who challenged the traditional nationalist notion of the strong male warrior, while generating sympathy and solidarity across the globe, including with the far left and the women’s liberation movement in Britain. This article will look at how the left and the women’s liberation movement in both Britain and Ireland looked to portray these women within their competing narratives.

WE ATTACH  -FOR THE SCHOLARS AND THE GENERAL PUBLIC- THIS FULL EDITION (85,000 WORDS, 212 PAGES), WITH THE  SCOPE AND PURPOSE THAT THE PUBLIC CAN HAVE A VIEW TO THE COLOSAL  CONTINETAL REACH, SIZE & LOGISTICS OF THE JEWISH HOLOCAUST [1933-1945], PERPETRATED BY THE NAZI GERMANY AND SO MANY EUROPEAN COLLABORATORS: INDIVIDUALS, COMPANIES, INSTITUTIONS AND GOVERMENTS ALIKE.

THIS CONTENT IS SUPLYIED AS A COURTESY TO STUDENTS AND RESERCHERS. IF ADDITIONAL MATERIAL IS NEEDED, PLEASE CONTACT THE AUTHOR HEDI@ENGHELBERG.COM. WE OFFER FREEE CONFERENCES ON THE JEWSIH HOLOCUAST.

THE TRAINS OF THE HOLOCAUST: An In-Depth Look at How Railway Transports Companies in Europe cooperated and assisted in the Second and Final Phase of the Holocaust, the "Final Solution".

    THIS GENERAL STUDY, deal with the concrete fact about how a modern railway system -the largest capitalist enterprise at the time, the Deutsche Reichsbahn [DRB]- with its associated railways companies (in collusion) in each European country, contributed to the colossal scale of evacuation and displacement, for the purpose of interment and slavery, especially after the Wannsee Conference in January 1942.

    The Nazi criminal regime (1933-1945), it’s military, civilian organizations, middle-level bureaucracy and associated dictatorial regimes all over Europe, succeeded in murdering millions of people and destroying a flourishing 900-years-old Jewish Culture in Europe.  In the process, they murdered of millions of humans across the continent: 6 millions Jews and 20 million other innocent civilians.
     
An efficient railways system across the continent with more than 100,000 km of rail, (only 42,000 km of which were in Germany proper) operated by the largest private railroad at the time, the Deutsche Reichsbahn, with more than 250,000 workers and a formidable 12,500 operational locomotives (kriegslokomotiven), totally sustained and assisted Germany’s formidable war machine and as aided the Nazi organizations in charge of the “Final Solution”.
     
The European railway companies totally and willingly assisted the Nazis in the transportation segment by carrying out this infamous crime: The Holocaust. Without the collaboration of European railways, the Holocaust could not have happened on the scale on which it did.
"""

Margaret Thatcher was one of the most controversial figures of modern times. Her governments inspired hatred and veneration in equal measure and her legacy remains fiercely contested. Yet assessments of the Thatcher era are often divorced from any larger historical perspective. This book draws together leading historians to locate Thatcher and Thatcherism within the political, social, cultural and economic history of modern Britain. It explores the social and economic crises of the 1970s; Britain's relationships with Europe, the Commonwealth and the United States; and the different experiences of Thatcherism in Scotland, Wales and Northern Ireland. The book assesses the impact of the Thatcher era on class and gender and situates Thatcherism within the Cold War, the end of Empire and the rise of an Anglo-American 'New Right'. Drawing on the latest available sources, it opens a wide-ranging debate about the Thatcher era and its place in modern British history.

The issue of the political rehabilitation and glorification of the Organization of Ukrainian Nationalists (OUN) and the Ukrainian Insurgent Army (UPA) became one of the central political issues in Ukraine after the Orange Revolution and the Euromaidan. It provoked major political and historical controversies and debates in Ukraine and other countries. Presidents Yushchenko and Poroshenko, their parties, far right organizations, and many Ukrainian historians attempted to recast the OUN-B and the UPA as parts of a popular national liberation movement that fought against Nazi Germany and the Soviet Union and to present the OUN-B and UPA leaders as national heroes. They denied, minimized or justified the involvement of the OUN-B and the UPA leaders and members in the mass murder of Jews, Poles, Russians, and Ukrainians.

The analyses of biographic publications, historical studies, and archival documents show that the majority of the OUN-B and UPA leaders and very large proportions of their members collaborated with Nazi Germany, mainly in the beginning of the Second
World War. Nearly half of the top and middle-ranked leaders of these organizations and
at least until the end of 1943 the majority of UPA members served in various police formations. They assisted the German occupation authorities in implementing genocidal policies towards the Jews, Ukrainians, Russians, and Poles by helping to carry out mass shootings and create conditions intended for the physical annihilation of the entire Jewish population and large numbers of Ukrainians, Russians, and Poles, specifically in Volhynia. The fact that many police commanders and large numbers of policemen in various locations and formations followed orders from the OUN-B by deserting en masse from their service, in particular in Volhynia in the spring of 1943, and forming the basis of the UPA shows that these commanders and police members were de facto controlled by the OUN-B.

Nel secolo dei Lumi il nome di Maria Gaetana Agnesi affiora largamente nelle discussioni in atto sulla validità delle teorie newtoniane, sul calcolo infinitesimale di Leibniz e Newton, sull’istruzione femminile e il ruolo della donna nell’indagine scientifica. Nel confronto a distanza con Algarotti, la scienziata milanese promuove un newtonianesimo, delle donne e non  “per le donne”, dai tratti marcatamente neostoici. La pubblicazione delle Instituzioni analitiche, che le procurò fama e prestigio in Europa, segnò poi una svolta. Ammirata da Goldoni e detta immortale da Pietro Verri, Agnesi volle costruire una propria identità di scienziata e di donna autonoma nella dimensione etica dell’impegno sociale e dell’esperienza di fede, influenzata dalla spiritualità teatina e dalla religiosità di Muratori.

Nel secolo dei Lumi spicca il nome di Maria Gaetana Agnesi nelle discussioni sulla validità delle teorie newtoniane, sul calcolo infinitesimale di Leibniz e Newton, sull'istruzione femminile e sul ruolo della donna nell'indagine scientifica. Nel confronto a distanza con Algarotti, la scienziata milanese promuove un newtonianesimo, delle donne e non "per le donne", dai tratti marcatamente neostoici. La pubblicazione delle Instituzioni analitiche, che le procurò fama e prestigio in Europa, segnò poi una svolta. Ammirata da Goldoni e definita immortale da Pietro Verri, Agnesi volle costruire una propria identità di scienziata e di donna autonoma nella dimensione etica dell'impegno sociale e dell'esperienza di fede, influenzata dalla spiritualità teatina e dalla religiosità di Muratori.

In copertina: Filippo Morghen (1730-1807), Ritratto di Maria Gaetana Agnesi, incisione [realizzata da Francesco Pisante (1804-1889)], in «L'Omnibus pittoresco», Napoli 30 giugno 1842, anno quinto, n. 11 (collezione privata).
Aracne CADST 39 - 18,00 euro. Il "cannocchIale" dello storIco: mItI e IdeologIe / 39 Collana fondata da Achille Olivieri e diretta da Daniele Santarelli.

Ο Καποδίστριας συγκέντρωσε γύρω του και συνεργάστηκε με επιφανείς προσωπικότητες του ελληνορθόδοξου κόσμου στην υπηρεσία της Ρωσικής Αυτοκρατορίας, οι οποίες συνέβαλαν στην δημιουργία του νεοελληνικού κράτους πολλαπλώς. Ανάμεσα σε αυτές ξεχωρίζουν  δύο για την συμβολή τους στην δημιουργία μίας αποδεκτής από την Ευρώπη θεώρησης της Ελληνικής Επανάστασης. Ο Αλ. Στούρτζας συνέβαλε τα μέγιστα με τα βιβλία του στο να θεμελιωθεί η νομιμότητα της Ελληνικής Επανάστασης και να εξασφαλιστεί η αποδοχή της στην Κεντρική ιδίως Ευρώπη. Ο λιγότερο γνωστός, αλλά εξίσου σημαντικός συνεργάτης του Καποδίστρια, Σπ. Δεστούνης, αναδεικνύεται μέσα από τις επιστολές του κυρίως ως ένας δεινός κήρυκας της ελληνικής υπόθεσης. Από κοντά και ο ίδιος ο Κυβερνήτης, που παράλληλα με την πολιτική διαχείριση των υποθέσεων του τσάρου, την προαγωγή του ελληνικού ζητήματος και την ανάληψη στο τέλος της διακυβέρνησης της Ελληνικής Επανάστασης βρήκε τον χρόνο να ασχοληθεί και να γράψει τις ιστοριογραφικές αρχές της ιστορίας των Ελλήνων, οι οποίες θα τους καθιστούσαν ανεκτούς, τουλάχιστον, στην Ευρώπη της εποχής (ιστορία όχι του ελληνικού έθνους αλλά της ελληνικής εκκλησίας). Ο θεωρητικός λόγος για την ελληνική υπόθεση, που αρθρώνει αυτός ο κύκλος των Ελλήνων της Ρωσίας γύρω από τον Καποδίστρια,  θέτει τις βάσεις αποδοχής από την ευρωπαϊκή πολιτική πραγματικότητα της Επανάστασης του 1821, καθώς προτάσσει την θρησκευτική διάσταση, τον χριστιανικό χαρακτήρα της Επανάστασης εναντίον της μουσουλμανικής Οθωμανικής Αυτοκρατορίας. Και αυτή η θεώρηση έρχεται ως συνέχεια της πρότασης που κατέθεσε η ίδια ομάδα στο συνέδριο της Βιέννης, όταν προσπάθησε ως τμήμα της ρωσικής αντιπροσωπείας εκεί να πείσει τους Ευρωπαίους μοναρχικούς ότι η Ιερά Συμμαχία έπρεπε να θεμελιωθεί πάνω στην χριστιανική ιδιότητα των κρατών που θα την συναποτελούσαν και όχι πάνω στην αρχή της νομιμότητας που τελικά επικράτησε. Το σχετικό δοκίμιο του Στούρτζα, που προοριζόταν για καταστατικός χάρτης της Ιεράς Συμμαχίας, αποτέλεσε με κάποιες τροποποιήσεις το πρώτο από τα δύο έργα του με τα οποία υποστήριξε το δικαίωμα των Ελλήνων να επαναστατήσουν κατά της Οθωμανικής Αυτοκρατορίας ακριβώς πάνω σε αυτήν την βάση, ότι δηλαδή ήταν χριστιανοί και έπρεπε να υποστηριχθούν από τους χριστιανούς μονάρχες της Ευρώπης. Αυτές οι απόψεις ήταν που τελικά δημιούργησαν το κλίμα του Φιλελληνισμού στην Κεντρική Ευρώπη και οδήγησαν προσωπικότητες, όπως ο Εϋνάρδος και ο Βασιλιάς της Βαυαρίας και πατέρας του Όθωνα, Λουδοβίκος, να υποστηρίξουν ουσιαστικά την Επανάσταση.